Studio multicentrico sulle caratteristiche epidemiologico e molecolari dei virus delle epatiti HBV e HCV in detenuti HIV-positivi in Italia

Titolo del progetto: Studio multicentrico sulle caratteristiche epidemiologico e molecolari dei virus delle epatiti HBV e HCV in detenuti HIV-positivi in Italia.

Durata del progetto: Da dicembre 2016 a giugno 2019

 

Razionale

La trasmissione di HIV, HBV e HCV attraverso il sangue o tramite rapporti sessuali non protetti è altamente favorita nell’ambiente detentivo, a causa del sovraffollamento, la promiscuità e l’assenza di politiche sanitarie efficaci.

I tassi di prevalenza di queste infezioni variano sostanzialmente tra gli istituti detentivi, poiché dipendono dalle caratteristiche epidemiologiche dell’area geografica in questione, la categoria di comportamento a rischio degli individui detenuti ed il numero di detenuti stranieri. In letteratura sono stati riportati differenti valori di prevalenza per l’infezione da HIV e la presenza di markers delle epatiti che variano dallo 0,04% al 17% per l’HIV, dal 21,7% al 52% per l’HBV e dal 4,9% all’80% per l’HCV, a causa della differente prevalenza di individui tossicodipendenti e di stranieri negli istituti detentivi presi in esame.

L’alta prevalenza di infezione da HIV, HBV e HCV in ambiente detentivo è un motivo di allarme per la sanità pubblica poiché queste infezioni possono diffondersi non solo in carcere, ma anche nella popolazione libera. Tuttavia, gli sforzi per contenere la diffusione di queste infezioni in carcere sono fortemente limitati da problemi economici che non permettono di offrire ambienti ed infrastrutture adeguati, dai frequenti trasferimenti dei detenuti che non permettono visite regolari e dalla mancanza di database a livello regionale e nazionale. Pertanto, nell’ambiente detentivo, gli individui presentano un minor grado di salute rispetto alle persone libere. Questa disparità è legata a vari fattori ambientali e socioeconomici, quali l’alto tasso di prevalenza di individui tossicodipendenti in carcere che porta a favorire la trasmissione di infezioni attraverso lo scambio di sangue e l’incrementato utilizzo di alcol e di fumo che aumenta le probabilità di malattie cardiovascolari e di alcuni tumori. Infine, i detenuti, al loro rilascio, tornano ad interagire con le loro comunità fuori dalla prigione, trasmettendo così alcune delle malattie che possono aver contratto durante la prigionia, in particolare le infezioni da HIV, HBV e HCV.

 

Obiettivo

Gli obiettivi del progetto sono i seguenti:

  1. Valutare la presenza di infezioni da HBV e HCV nei detenuti HIV-positivi in differenti carceri italiani.
  2. Investigare l’eterogeneità delle forme genetiche di HIV, HBV e HCV circolanti nella comunità dei detenuti
  3. Fornire un’educazione sanitaria ai detenuti per prevenire la trasmissione di infezioni attraverso il sangue o i rapporti sessuali non protetti.

 

Tipo di studio

Il progetto si avvale di un network di centri clinici nelle città di Milano, Brescia, Viterbo, Civitavecchia e Sassari.

In ogni centro vengono raccolti plasma e cellule da individui detenuti positivi per HIV, dopo firma di consenso informato.

Durante la visita, ogni detenuto (che aderisca o meno al progetto) viene informato sulle modalità di trasmissione dei virus HIV, HBV e HCV, sui comportamenti da attuare per prevenire la trasmissione e sulle cure esistenti per queste infezioni. I campioni biologici raccolti sono utilizzati per:

  • Testare la presenza di markers di HBV e HCV
  • Valutare le forme genetiche di HIV e di HBV e HCV (negli individui con DNA di HBV e/o RNA di HCV rilevabili) tramite analisi filogenetica di sequenze del genoma di questi virus.
  • Investigare la presenza di varianti di questi virus resistenti alla terapia ed individuare le mutazioni che conferiscono tale resistenza.

 

Risultati attesi

Nell’ambito di precedenti progetti, abbiamo effettuato un primo studio su 69 detenuti arruolati in centri clinici di 7 città italiane in diverse regioni, inclusa la Sardegna (vedi Sanarico N et al., Medicine, 2016). Tutti i detenuti sono stati informati sui comportamenti da attuare per prevenire la trasmissione di malattie sessuali e di HIV, HBV e HCV e sulle cure disponibili per queste malattie e la necessità di aderire alle prescrizioni del medico per queste terapie.

Dodici di 14 individui in cui è stato possibile sequenziare il genoma del virus HIV risultavano infettati dal sottotipo B di HIV-1. Due detenuti erano infettati uno dal sottotipo G di HIV (un detenuto italiano) e l’altro dalla forma ricombinante CRF02_AG (un individuo del Gambia). Nove di questi pazienti erano naive per la terapia antiretrovirale combinata (cART), ma due di questi nove (22,9%) erano portatori di varianti con mutazioni di resistenza alla cART (K103N in uno e Y181C nell’altro), pur non essendo sotto cART.

La maggioranza dei detenuti (92,8%) mostrava evidenza di infezione da HBV e/o HCV presente o pregressa. La prevalenza di infezione da HBV o da HCV era, per entrambi i virus, dell’81,2%, mentre le doppie infezioni HBV/HCV costituivano il 69,6% del totale dei detenuti.

Una presenza di infezione da HCV significativamente più elevata è stata riscontrata in individui italiani (OR 11.0; intervallo 1.7-80.9) e in tossicodipendenti (OR 27.8; intervallo 4.9–186.0). In 42 individui è stato possibile sequenziare il genoma di HCV. I sottotipi 1a, 3a, 4b e 1b sono stati trovati con prevalenza 42,9%, 40,5%, 14,3% e 2,4%, rispettivamente. I titoli di DNA di HBV negli individui con DNA di HBV rilevabile sono risultati essere troppo bassi per amplificare con successo il genoma di HBV.

Nel progetto in corso abbiamo raccolto campioni biologici di plasma e cellule da 66 detenuti. Le analisi sui markers di epatite e sulle forme genetiche di HIV, HBV e HCV sono ancora in corso.

 

Responsabile del progetto: Maria Teresa Maggiorella (mariateresa.maggiorella@iss.it)

Dipartimento/Centro: Centro Nazionale per la Ricerca su HIV/AIDS